domenica 31 agosto 2008
Good luck Caterina .......
Quattro anni a Vigo.......!!!! Buona fortuna Cate
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Sogno di una notte di fine estate........
........................................Boom e una nuvola di fumo..............................(presto posterò le foto .....adesso nn ne ho voglia)
sabato 30 agosto 2008
giovedì 28 agosto 2008
" Signora perchè continua a tirarmi in causa , io non voglio niente così mi spaventa ......mi lasci in pace, mi lasci in pace, mi lasci in pace..............."
Mi lasci in pace!!!!
Mi lasci in pace!!!!
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Che par di coglioni......ma mò si ricomincia da capo?-_- Nooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
scordatevi della mia esistenza
è la cosa migliore
soprattutto per me.................... mi ero anche affezionata ad Elettra.... uffa
scordatevi della mia esistenza
è la cosa migliore
soprattutto per me.................... mi ero anche affezionata ad Elettra.... uffa
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martedì 26 agosto 2008
venerdì 22 agosto 2008
Strange Street Affair Under Blue Lyrics
Songwriters: N/A
Complimentary "Strange Street Affair Under Blue" Ringtone
Just for you with your open hands
Waiting for the touch of man
Clutching with your blackened gloves
You try to capture all the doves
That flee into
The forest before you
You wish to catch and cage me now
I wonder if you remember how
Hard it was to say the names
Of mirror dreams and cheated games
And on the wall
You framed your first lover
Your form intrigues me with the glow
I'll remember you I know
Though I forgot to lock the chain
Around you with a prayer for rain
To bring the call
To drive you back into my bed
Ahhh....
She turns away
Telling me to follow for a while
Ahhh....
She waits
You'd be touched if you would touch
But you only reach and taunt
Will my taste stay grey and blue
If I try to turn from you
Songwriters: N/A
Complimentary "Strange Street Affair Under Blue" Ringtone
Just for you with your open hands
Waiting for the touch of man
Clutching with your blackened gloves
You try to capture all the doves
That flee into
The forest before you
You wish to catch and cage me now
I wonder if you remember how
Hard it was to say the names
Of mirror dreams and cheated games
And on the wall
You framed your first lover
Your form intrigues me with the glow
I'll remember you I know
Though I forgot to lock the chain
Around you with a prayer for rain
To bring the call
To drive you back into my bed
Ahhh....
She turns away
Telling me to follow for a while
Ahhh....
She waits
You'd be touched if you would touch
But you only reach and taunt
Will my taste stay grey and blue
If I try to turn from you
mercoledì 20 agosto 2008
martedì 19 agosto 2008
Nudo
Non cercare grandi idee
tanto non si realizzeranno mai
dipingi te stesso di bianco
e ti senti bene con il rumore
ma mancherà qualcosa
appena trovi qualcosa, subito ti sfugge dalle mani
appena lo senti, un istante dopo non lo senti più
sei finito fuori binario
quindi non cercare grandi idee
tanto non si realizzeranno mai
andrai all'inferno per quello
che la tua mente sporca sta pensando
tanto non si realizzeranno mai
dipingi te stesso di bianco
e ti senti bene con il rumore
ma mancherà qualcosa
appena trovi qualcosa, subito ti sfugge dalle mani
appena lo senti, un istante dopo non lo senti più
sei finito fuori binario
quindi non cercare grandi idee
tanto non si realizzeranno mai
andrai all'inferno per quello
che la tua mente sporca sta pensando
lunedì 4 febbraio 2008
I due pescatori
La morte andò a trovare il vecchio.
Ci andava quasi ogni giorno, ormai.
Sedeva insieme a lui sulla riva e lo guardava pescare.
Quando il vecchio prendeva un pesce e lo rimetteva in acqua, la morte scueteva la testa.
Il vecchio annusava l'odore delle alghe portate a riva dalle onde.
Diceva ridendo: -Sono morte, ma respirarle fa bene ai polmoni.
-Ridi pure, vecchio- diceva la morte, e si riparava dal sole con un cappellaccio di paglia sfondata.
Il pescatore osservava i colori del mare pennalleti dal vento, una striscia chiara di bonaccia e laggiù una striscia indaco di maestrale, e pensava alle isole che aveva visitato.
La morte pensava ai galeoni inabissati, agli scheletri che li abitavano, e ad antiche battaglie.
La lenza vibrava sottile, quasi invisibile, sospesa tra due mondi.
- Le onde sono tutte diverse- diceva il vecchio. -Se ascolti bene, quando si infrangono a riva, non sentirai mai due volte lo stesso suono. Il mare è un grande musicista. E anche i pesci sono uno diverso dall'altro. Ci sarà sempre un riflesso, un ricamo sulla pinna, la miniatura di una squama che non avevi mai visto prima.
-Anche i soldati sembrano tutti uguali- disse cupa la morte.
-Bisogna averne visti morire molti per capire la differenza.
Una nuvolo coprì il sole, e il vecchio rabbrividì.
-è ora che tu venga con me, vecchio. Disse severa la morte.
-Hai tanti anni, ormai fai fatica a vedere la lenza, i pesci ti scappano. E quando li prendi, li lasci andare, perchè pensi che ti assomigliano. Perchè vuoi vivere ancora? Che speranza hai?
-Magari mi succederà ancora qualcosa di bello. Mi passi un verme?
La morte infilò il verme sull'amo con maestria. Poi disse: -Cosa vuoi che ti succeda ancora? Passi i tuoi giorni tra malattia e insonnia, e non fai altro che ricordare. Vivi solo nel passato, ormai.
-Forse hai ragione- disse il vecchio.
Il vento cambiò e le barche all'ormeggio cominciarono a girarsi, come in una danza.
Il vecchio catturò un pesciolino d'argento col colletto nero e lo ributtò in acqua.
-Ti ho mai raccontato di quell'aragosta che scappò dalla cesta, e camminò fino al mare? Correva come un gatto, te lo giuro.
-Me lo hai raccontato almeno dieci volte. E io ti ho raccontato di quello che mi è successo con Rasputin?
-Almeno dieci volte anche tu. è tanto tempo che ci conosciamo, morte.
-Si molto, da quando morì il tuo cane.
-No,- disse il vecchio - non fu allora. Fu tristissimo, avevo solo sette anni. Ma pensai che Billy non era morto, aveva semplicemente fatto un salto troppo lungho. Era un gran saltatore, aveva spiccato un salto oltre il mondo. Per molto tempo ci giocai insieme, gli parlavo e lui mi seguiva. Tu non c'eri ancora.
-Non ricordo- disse la morte.
-Ricordi benissimo- disse il vecchio. -Ti ho conosciuto l'anno dopo, quando ho visto sul letto mio fratello, pallido e con la fronte fasciata. Allora mi sei venuta vicino. E da allora a nessun pensiero sono stato fedele come al tuo.
-Grazie- disse la morte con un inchino.
-E anche tu mi sei fedele- disse il vecchio -vai in giro per il mondo, ma so che ti ricordi sempre di me.
l'anno dopo, quando ho visto sul letto mio fratello, pallido e con la fronte fasciata. Allora mi sei venuta vicino. E da allora a nessun pensiero sono stato fedele come al tuo.
-Grazie- disse la morte con un inchino.
-E anche tu mi sei fedele- disse il vecchio -vai in giro per il mondo, ma so che ti ricordi sempre di me.
Il mare ora era calmo e trasparente. La lenza era una freccia infissa nel mare, immobile e argentata. Il silenzio sembrò troppo anche alla morte.
-Tu pensi che io sia ingiusta, vecchio?
-Ingiusta, inutile, crudele.
-E perchè parli con me?
-Cos'altro posso fare?
-Forse potrei non essere ingiusta - disse la morte - Ma se fossi giusta, allora anche la vita dovrebbe cambiare, non credi? Pensare a me sarebbe diverso, niente potrebbe essere come prima. Niente di quello che c'è rimarebbe. E non sarebbe una morte anche questa?
-Parli troppo, morte, mi spaventi i pesci.
-Già. Sai, anche per loro la morte è ingiusta.
-Si, lo so. è un pensiero che qualche volta non mi fa dormire.
Il vecchio sembrò di colpo immensamente triste.
-Qual'è il momento più felice che ricordi, vecchio?
-Oh, sono tanti- rispose il pescatore.
-Il primo che ti viene in mente.
-Tanti anni fa in un giorno d'estate come questo, io e mio figlio andammo a pescare.
Lui aveva otto anni. Camminando verso la spiaggia, incontrammo un campo di girasoli. Era sterminato, saliva su una collina come un' onda e poi la scavalcava e scendeva, tutto il mondo sembrava d'oro.
Entrammo nel campo. Nuatavamo in un mare frusciante, pieno d'odori e insetti. A ogni folata di vento, i fiori si muovevano tutti insieme, come fanno i banchi di pesci, nessuno dava l'ordine, sapevano dove andare. Ogni girasole era diverso dall'altro. Come le onde e come i soldati. Io e mio figlio stavamo vicini. Io proteggevo lui e lui proteggeva me. Salimmo in cima alla collina e vedemmo un oceano grande, assetato di sole. Poi ritornammo indietro. Un amico ci aveva visti. Perciò ho una foto di quel giorno. La guardo ogni volta che sono triste.
-Bel ricordo- disse la morte - ma cosa c'entra con la speranza? Tuo figlio è grande ormai. Il campo di girasoli forse non esiste più. Il tuo amico è morto. E tu non sai più pescare, sei quasi cieco, non riconosci un dentice da un'orata.
- E tu non riconosci più i soldati dai bambini - disse il vecchio.
- Quello laggiù, per esempio...
- Non cambiare discorso - disse la morte, sfiorandolo con la mano. - Allora, cosa speri per il tuo misero futuro, vecchio?
Il vecchio guardò lontano.
- Spero di tornare ancora, insieme a mio figlio, in quel campo di girasoli - rispose
- Ma non succederà, - disse la morte, spazietita - morirai e non succederà!
- Non ti arrabbiare - rise il vecchio. - Io morirò, è vero. Ma non puoi convincermi che non succederà. Non puoi niente contro questa speranza. Non c'entra la fede, né la paura. Neanche tu, qui vicino a me sulla terra, sai cosa succederà.
La morte restò in silenzio.
- E bada, - continuò il vecchio - anche se io decidessi di morire, se mi togliessi la vita, neanche allora mi avresti tolto la speranza. Tornerò in quel campo, con mio figlio.
La morte rise amaramente e tirò un sasso nell'acqua. Il sasso affondò senza rumore. Poi si alzò in piedi, e il vento le fece volare via il cappellaccio. Era piena di rughe, assomigliava al pescatore.
- Ci vediamo domani, vecchio testardo. Ho lavoro sull'autostrada, stanotte.
- Vacci piano - disse il vecchio.
- Andate piano voi - disse la morte. Riprese il cappello, se lo calcò in testa e guardò il mare. Sospirò. Sembrava non avesse voglia di andarsene.
- E dov'è questo campo di girasoli? - chiese.
- Domani ti porto - disse il vecchio.
(Da: la grammatica di dio -Stefano Benni-)
I due pescatori
La morte andò a trovare il vecchio.
Ci andava quasi ogni giorno, ormai.
Sedeva insieme a lui sulla riva e lo guardava pescare.
Quando il vecchio prendeva un pesce e lo rimetteva in acqua, la morte scueteva la testa.
Il vecchio annusava l'odore delle alghe portate a riva dalle onde.
Diceva ridendo: -Sono morte, ma respirarle fa bene ai polmoni.
-Ridi pure, vecchio- diceva la morte, e si riparava dal sole con un cappellaccio di paglia sfondata.
Il pescatore osservava i colori del mare pennalleti dal vento, una striscia chiara di bonaccia e laggiù una striscia indaco di maestrale, e pensava alle isole che aveva visitato.
La morte pensava ai galeoni inabissati, agli scheletri che li abitavano, e ad antiche battaglie.
La lenza vibrava sottile, quasi invisibile, sospesa tra due mondi.
- Le onde sono tutte diverse- diceva il vecchio. -Se ascolti bene, quando si infrangono a riva, non sentirai mai due volte lo stesso suono. Il mare è un grande musicista. E anche i pesci sono uno diverso dall'altro. Ci sarà sempre un riflesso, un ricamo sulla pinna, la miniatura di una squama che non avevi mai visto prima.
-Anche i soldati sembrano tutti uguali- disse cupa la morte.
-Bisogna averne visti morire molti per capire la differenza.
Una nuvolo coprì il sole, e il vecchio rabbrividì.
-è ora che tu venga con me, vecchio. Disse severa la morte.
-Hai tanti anni, ormai fai fatica a vedere la lenza, i pesci ti scappano. E quando li prendi, li lasci andare, perchè pensi che ti assomigliano. Perchè vuoi vivere ancora? Che speranza hai?
-Magari mi succederà ancora qualcosa di bello. Mi passi un verme?
La morte infilò il verme sull'amo con maestria. Poi disse: -Cosa vuoi che ti succeda ancora? Passi i tuoi giorni tra malattia e insonnia, e non fai altro che ricordare. Vivi solo nel passato, ormai.
-Forse hai ragione- disse il vecchio.
Il vento cambiò e le barche all'ormeggio cominciarono a girarsi, come in una danza.
Il vecchio catturò un pesciolino d'argento col colletto nero e lo ributtò in acqua.
-Ti ho mai raccontato di quell'aragosta che scappò dalla cesta, e camminò fino al mare? Correva come un gatto, te lo giuro.
-Me lo hai raccontato almeno dieci volte. E io ti ho raccontato di quello che mi è successo con Rasputin?
-Almeno dieci volte anche tu. è tanto tempo che ci conosciamo, morte.
-Si molto, da quando morì il tuo cane.
-No,- disse il vecchio - non fu allora. Fu tristissimo, avevo solo sette anni. Ma pensai che Billy non era morto, aveva semplicemente fatto un salto troppo lungho. Era un gran saltatore, aveva spiccato un salto oltre il mondo. Per molto tempo ci giocai insieme, gli parlavo e lui mi seguiva. Tu non c'eri ancora.
-Non ricordo- disse la morte.
-Ricordi benissimo- disse il vecchio. -Ti ho conosciuto l'anno dopo, quando ho visto sul letto mio fratello, pallido e con la fronte fasciata. Allora mi sei venuta vicino. E da allora a nessun pensiero sono stato fedele come al tuo.
-Grazie- disse la morte con un inchino.
-E anche tu mi sei fedele- disse il vecchio -vai in giro per il mondo, ma so che ti ricordi sempre di me.
l'anno dopo, quando ho visto sul letto mio fratello, pallido e con la fronte fasciata. Allora mi sei venuta vicino. E da allora a nessun pensiero sono stato fedele come al tuo.
-Grazie- disse la morte con un inchino.
-E anche tu mi sei fedele- disse il vecchio -vai in giro per il mondo, ma so che ti ricordi sempre di me.
Il mare ora era calmo e trasparente. La lenza era una freccia infissa nel mare, immobile e argentata. Il silenzio sembrò troppo anche alla morte.
-Tu pensi che io sia ingiusta, vecchio?
-Ingiusta, inutile, crudele.
-E perchè parli con me?
-Cos'altro posso fare?
-Forse potrei non essere ingiusta - disse la morte - Ma se fossi giusta, allora anche la vita dovrebbe cambiare, non credi? Pensare a me sarebbe diverso, niente potrebbe essere come prima. Niente di quello che c'è rimarebbe. E non sarebbe una morte anche questa?
-Parli troppo, morte, mi spaventi i pesci.
-Già. Sai, anche per loro la morte è ingiusta.
-Si, lo so. è un pensiero che qualche volta non mi fa dormire.
Il vecchio sembrò di colpo immensamente triste.
-Qual'è il momento più felice che ricordi, vecchio?
-Oh, sono tanti- rispose il pescatore.
-Il primo che ti viene in mente.
-Tanti anni fa in un giorno d'estate come questo, io e mio figlio andammo a pescare.
Lui aveva otto anni. Camminando verso la spiaggia, incontrammo un campo di girasoli. Era sterminato, saliva su una collina come un' onda e poi la scavalcava e scendeva, tutto il mondo sembrava d'oro.
Entrammo nel campo. Nuatavamo in un mare frusciante, pieno d'odori e insetti. A ogni folata di vento, i fiori si muovevano tutti insieme, come fanno i banchi di pesci, nessuno dava l'ordine, sapevano dove andare. Ogni girasole era diverso dall'altro. Come le onde e come i soldati. Io e mio figlio stavamo vicini. Io proteggevo lui e lui proteggeva me. Salimmo in cima alla collina e vedemmo un oceano grande, assetato di sole. Poi ritornammo indietro. Un amico ci aveva visti. Perciò ho una foto di quel giorno. La guardo ogni volta che sono triste.
-Bel ricordo- disse la morte - ma cosa c'entra con la speranza? Tuo figlio è grande ormai. Il campo di girasoli forse non esiste più. Il tuo amico è morto. E tu non sai più pescare, sei quasi cieco, non riconosci un dentice da un'orata.
- E tu non riconosci più i soldati dai bambini - disse il vecchio.
- Quello laggiù, per esempio...
- Non cambiare discorso - disse la morte, sfiorandolo con la mano. - Allora, cosa speri per il tuo misero futuro, vecchio?
Il vecchio guardò lontano.
- Spero di tornare ancora, insieme a mio figlio, in quel campo di girasoli - rispose
- Ma non succederà, - disse la morte, spazietita - morirai e non succederà!
- Non ti arrabbiare - rise il vecchio. - Io morirò, è vero. Ma non puoi convincermi che non succederà. Non puoi niente contro questa speranza. Non c'entra la fede, né la paura. Neanche tu, qui vicino a me sulla terra, sai cosa succederà.
La morte restò in silenzio.
- E bada, - continuò il vecchio - anche se io decidessi di morire, se mi togliessi la vita, neanche allora mi avresti tolto la speranza. Tornerò in quel campo, con mio figlio.
La morte rise amaramente e tirò un sasso nell'acqua. Il sasso affondò senza rumore. Poi si alzò in piedi, e il vento le fece volare via il cappellaccio. Era piena di rughe, assomigliava al pescatore.
- Ci vediamo domani, vecchio testardo. Ho lavoro sull'autostrada, stanotte.
- Vacci piano - disse il vecchio.
- Andate piano voi - disse la morte. Riprese il cappello, se lo calcò in testa e guardò il mare. Sospirò. Sembrava non avesse voglia di andarsene.
- E dov'è questo campo di girasoli? - chiese.
- Domani ti porto - disse il vecchio.
(Da: la grammatica di dio -Stefano Benni-)
insonnia.............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................non ce la faccio più........voglio dormireeeeeeeeeeeeeeeee!!!!
giovedì 14 agosto 2008
sdfghjklertyui
stasera mi sento a pezzettini più piccoli.......pezzettini microscopici, persone, luoghi, ricordi, bugie, coincidenze mi perseguitano come deja vu ma da un pò di tempo a questa parte sono sempre cose spiacevoli.....luoghi e conversazioni che mi rimandano a un altro tempo e io sembro paralizzata e tutto sembra essere andato avanti.. e ..tutto .....invece mi riporta indietro.....tanti se.......e io.....? cosa posso fare .....flaggellarmi a vita ? per essere stata tanto stupida........e se solo fossi stata lucida .....e se solo non soffrissi tanto.....ora come allora...........vuoti di memoria.... .....seduta sul marciapiede di casa dove tutto ha avuto inizio....dovrei godermi il mio meritato riposo dopo una fatica sovraumana.....per come stavo....e sto.. e per le circostanze avverse....faccio fatica a tirare la faccia fuori dall'acqua e riprendere respiro.......smaltire lo stress accumulato.....con altro stress......pensare ad altro.....vivere una vita che nn è la mia........con persone che nn mi conoscono....e .....,..persone a cui inizio a voler bene....come fossero vecchi amici e poi mi deludono mi fanno del male volutamente per i propri interessi ma tutto scorre tutto deve scorrere bisogna andare avanti .....ma nn fa niente.......ancora non sono arrivata in fondo.......resisto......sperando di fuggire lontano......da tutto questo........
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martedì 12 agosto 2008
lunedì 11 agosto 2008
La notte di San Lorenzo
Dieci Agosto:Notte di San Lorenzo Ore ore 23:45
Otto pipistrelli
Due Aereoplani
E una stella cadente
Otto pipistrelli
Due Aereoplani
E una stella cadente
domenica 10 agosto 2008
Daydream
è daydream dei toyshop ma purtroppo non ho trovato il video originale....ma soffermatevi su questa canzoncina spensierata....
sabato 9 agosto 2008
venerdì 8 agosto 2008
mercoledì 6 agosto 2008
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